Partite IVA e Imprese: 31 ottobre di fuoco tra dichiarazioni dei redditi e concordato.

Partite IVA e Imprese: 31 ottobre di fuoco tra dichiarazioni dei redditi e concordato.

Sarà una giornata di fuoco giovedì 31 ottobre per i contribuenti italiani, che dovranno con pazienza dialogare con il fisco. Si accavalleranno infatti tre scadenze importanti: l’adesione al concordato preventivo biennale per i lavoratori autonomi, l’invio delle dichiarazioni dei redditi in modalità on line (persone fisiche ed aziende) nonché della richiesta per il contributo a fondo perduto previsto a favore dei contribuenti a basso reddito per le spese per interventi edilizi detraibili al 70%.

In sintesi come funzionano le tre scadenze

Il concordato biennale

Il governo ci punta per ridurre l’Irpef. La deadline per il concordato è fissata al 31 ottobre quando Sogei fornirà (nel cassetto fiscale) i costi dell’adesione al ravvedimento collegato con il concordato.

Al momento, ha dichiarato il viceministro Maurizio Leo, «è impossibile differire il termine dell’adesione», ma c’è ancora chi spera in una riapertura dei termini chiesta a gran voce da quattro sindacati dei commercialisti (Anc, Andoc, Fiddoc, Unico).

Due sono i principali vantaggi accessori: in primo luogo ci si mette al riparo dagli accertamenti fiscali ed è prevista appunto la possibilità di accedere al ravvedimento speciale per gli anni 2018-2022.

Non è noto quanto il governo conti di incassare dalla misura, secondo alcune indicazioni le adesioni starebbero lentamente arrivando ma, come sempre, gli interessati aspetterebbero gli ultimi giorni per aderire, come da tradizione italiana.

Introdotto dal decreto legislativo attuativo della legge delega per la riforma fiscale, il concordato consente per due anni di pagare le tasse sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate.

La misura si rivolge ai soggetti che applicano gli Indici sintetici di affidabilità (Isa) e a coloro che hanno aderito al regime forfettario (per il primo anno di applicazione del concordato, ovvero per il solo periodo d’imposta 2024), la proposta per i soggetti forfettari è valida per un solo anno.

A regime, ovvero dal 2025, il concordato è valido per due anni anche per i forfettari.

Perché aderire

I soggetti che aderiscono alla proposta di CPB accedono a specifici benefici premiali (compresi quelli relativi all’imposta sul valore aggiunto) e, salvo che ricorrano le cause di decadenza previste dalla legge, sono esclusi dagli accertamenti tributari.

In particolare, se il contribuente accetta la proposta, i maggiori redditi effettivamente conseguiti durante il biennio 2024 e 2025 non verranno considerati ai fini del calcolo delle imposte. Inoltre, sulla parte di reddito concordato eccedente il reddito dichiarato nel periodo d’imposta antecedente (il 2023), verrà applicata un’imposta sostitutiva che:

  • per i soggetti ISA -> varia dal 10% al 15%, in base al punteggio ottenuto;
  • per i forfettari -> 10% o 3% per forfettari start up.

Invece, nel caso in cui non accetti la proposta o decada dal CPB, il contribuente verrà inserito in liste selettive e potrà essere soggetto a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Resta inteso che, qualora il contribuente abbia correttamente adempiuto agli obblighi tributari, non vi sarà nessuna ulteriore conseguenza in termini di accertamenti fiscali.

Dichiarazioni online

Sempre entro giovedì 31 ottobre dovranno essere inviate le dichiarazioni Irpef relative alle persone fisiche e alle società di persone, e Ires relative alle società di capitali e agli enti commerciali ed equiparati.

Il 31 ottobre è anche l’ultimo giorno a disposizione degli eredi autorizzati a presentare la dichiarazione dei redditi per delle persone decedute nel 2023 o entro il 30 giugno 2024.

Insieme al modello, le persone fisiche dovranno trasmettere anche la scheda che contiene la scelta per la destinazione dell’otto, del cinque e del due per mille dell’Irpef.

Per tutti, il periodo d’imposta interessato è il 2023.

Bonus casa

Il 31 ottobre è l’ultimo giorno utile per richiedere il contributo a fondo perduto previsto a favore dei contribuenti a basso reddito (con un reddito di riferimento per l’anno di imposta 2023 non superiore a 15mila euro) per le spese per interventi edilizi detraibili al 70%.

Si tratta – ricordano dall’Agenzia delle Entrate – del contributo per le spese che rientrano nel Superbonus, che comprendono efficienza energetica, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici.

I costi devono essere stati sostenuti al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arte o professione. Il bonus erogabile è pari al 70% dei costi sostenuti direttamente dal richiedente oppure per gli interventi condominiali a lui imputati, entro un limite massimo di spesa di 96mila euro.

Il limite è ridotto in misura proporzionale se più soggetti aventi diritto abbiano sostenuto quote della spesa agevolabile. Il contributo richiesto non può essere superiore al 30% delle spese ammesse al contributo e ha quindi un importo massimo di 28.800 euro, ossia il 30% di 96mila euro.

(fonte ilSole24Ore)

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