Energia e Superbonus: bonus famiglie per il riscaldamento e ripartenza cessione crediti.

Energia e Superbonus: bonus famiglie per il riscaldamento e ripartenza cessione crediti.

Le linee guida del decreto legge che il consiglio dei ministri dovrebbe approvare martedì sono state confermate ieri dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, durante il question time al Senato. Giorgetti ha anche anticipato che il provvedimento introdurrà una misura per alleggerire le spese del riscaldamento, dal prossimo primo ottobre, nel caso in cui il prezzo del gas dovesse superare determinate soglie da stabilire. «Consisterà — ha detto — in un contributo a compensazione delle spese di riscaldamento: sarà erogato tramite la bolletta elettrica» e verrà dato senza requisiti di reddito.

Bollette, arriva il bonus famiglie: da ottobre spese di riscaldamento scontate

l prossimo decreto Bollette varrà circa 5 miliardi con importanti novità per i consumatori. Dovrebbero essere confermato, salvo cambi dell’ultima ora, l’azzeramento degli oneri di sistema così come l’Iva al 5% per le bollette del gas mentre per quelle della luce ritornano gli oneri che saranno però controbilanciati per evitare aumenti per le famiglie. Il decreto sarà pubblicato entro la prossima settimana, il Consiglio dei ministri è in programma per il 28 marzo, e le misure dovrebbero interessare il periodo aprile-giugno.

Bonus famiglie

La novità più importante arriverà da ottobre. Il governo punta poi in autunno all’introduzione di un nuovo sistema per le bollette che dovrebbe prendere il nome di “Bonus famiglie”. L’ipotesi — l’esecutivo ha chiesto ad Arera, l’autorità di regolazione per Energia Reti e Ambiente, di effettuare diverse simulazioni — è l’introduzione di un meccanismo a scaglioni che parta da una tariffa standard per tutti i consumatori. A cui si aggiungono tariffe modulate sui consumi e sul numero dei componenti della famiglia. In breve, dei tetti di consumo oltre cui si paga di più. L’intenzione è poi premiare sotto forma di bonus o sconto in bolletta chi riduce i consumi. Le prime conferme sono arrivate dal ministro Giancarlo Giorgetti al question time al Senato: «È allo studio una misura che decorrerà dal 1° ottobre, con l’inizio dell’anno termico: un contributo a compensazione per le spese di riscaldamento che sarà erogato ai nuclei familiari mediante la bolletta elettrica».

I nodi da sciogliere

La misura è ancora allo studio: «Bisogna trovare un punto di equilibrio — spiega il presidente dell’Arera, Stefano Besseghini — affinché non si rischi di disincentivare l’elettrificazione dei consumi, e tenendo in considerazione il fattore stagionale, per cui, un aumento dei consumi di gas potrebbe non dipendere da comportamenti non virtuosi». «C’è una discussione congiunta con il Mef», aggiunge Besseghini, spiegando che «il problema di questi strumenti è che, se si batte sull’elettrico, si disincentiva l’elettrificazione dei consumi; se si batte sul gas, bisogna tener conto del fatto che c’è una termica stagionale con cui confrontarsi: l’aumento dei consumi potrebbe essere non legato ai comportamenti non virtuosi dell’utente ma dalla situazione». Per cui, «bisogna trovare un meccanismo capace di portare a casa l’obiettivo di riduzione dei consumi, ma senza disincentivare l’uso di strumenti che invece vogliamo favorire, come l’elettrico».

La volontà dell’esecutivo è poi continuare a sostenere le famiglie meno abbienti: per quelle con un Isee fino a 15 mila euro verrà confermato il bonus per limitare la spesa per le bollette di gas ed elettricità almeno fino a giugno. Su fronte delle imprese si prevede una proroga del credito di imposta fino al 45 % sulle bollette della luce e del gas. Il sostegno però sarà legato al prezzo del gas: scatterà solo se sul mercato il prezzo supererà una certa soglia ancora da definire.

Superbonus, il ritorno di Poste, banche e assicurazioni

Giorgetti ha anche risposto in tema di Superbonus: «Ci impegneremo sui crediti incagliati perché si tratta di famiglie e imprese che in buona fede hanno creduto ai messaggi fuorvianti della gratuità per tutti». Oltre alla soluzione che verrà proposta la prossima settimana con gli emendamenti al decreto all’esame della Camera, il ministro è ottimista perché ha segnali che banche, assicurazioni e Poste faranno ripartire già nei prossimi giorni le acquisizioni dei crediti d’imposta. Segnali che il ministero accoglie con soddisfazione, dopo gli incontri costruttivi che ci sono stati coi maggiori istituti finanziari.

Lo sblocco grazie alla norma sulla responsabilità

Nel dettaglio, nei giorni scorsi tecnici del ministero dell’Economia e delle finanze hanno contattato singolarmente le principali banche, le assicurazioni e le Poste: molti degli istituti avrebbero appunto manifestato l’intenzione di tornare ad acquistare i crediti. In questo modo il problema si alleggerirebbe e sarebbe comunque più facile individuare la soluzione per quella quota di crediti che le imprese non riuscirebbero a cedere. In attesa di conoscere l’evoluzione della situazione su questo fronte, la Commissione finanze ha preso tempo.

Cosa avrebbe sbloccato la situazione? Da un lato la richiesta di Giorgetti di un «maggiore impegno» per sbloccare i crediti incagliati derivanti dai bonus edilizi; dall’altro lato, la norma inserita nel decreto sui crediti che chiarisce i contorni della responsabilità solidale in caso di truffe e la esclude per gli istituti cessionari che dimostrino di aver acquisiti il credito e siano in possesso della documentazione riguardante le opere da cui il credito origina (ferma restando l’ipotesi di dolo). Sono probabilmente questi due elementi ad aver indotto le banche ad assumere un atteggiamento di maggiore disponibilità nell’acquisizione dei crediti incagliati legati ai bonus per lavori edili, che secondo le stime dell’Ance, ammontano a 15 miliardi di euro.

Anche sulle prospettive di crescita del Pil Giorgetti è ottimista: «I primi dati evidenziano tendenze positive» e quindi l’obiettivo del +0,6% di Pil per quest’anno potrebbe essere superato. Il ministro ha però messo in guardia dall’inflazione dicendo di no a meccanismi di indicizzazione che potrebbero innescare la spirale prezzi-salari. Rischio di cui ha parlato ieri anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. Il governatore ha anche ribadito l’invito alla cautela sulla stretta monetaria della Bce, che «sta già avendo un impatto visibile sul credito», con un calo dei prestiti a gennaio. Serve, ha aggiunto, «un approccio cauto» per «guidare le prossime decisioni di politica monetaria».