Riforma del fisco 2023: le novità della legge delega.

Riforma del fisco 2023: le novità della legge delega.

Approvato nel Consiglio dei Ministri del 16 marzo 2023, il disegno di legge delega per la riforma fiscale 2023, in linea con la tabella di marcia anticipata nelle ultime settimane.

Certezza del diritto, minore pressione fiscale, attrazione di capitali esteri, riduzione del contenzioso sono le linee direttive su cui l’Esecutivo intende muoversi.

La delega fiscale approvata dal Cdm riscrive completamente l’attuale sistema tributario varato negli anni 70. Le nuove regole, operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni e instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo mirato tra le parti secondo le esigenze di cittadini e imprese. Con l’istituzione del concordato preventivo biennale e il rafforzamento dell’adempimento collaborativo si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale che diventa preventiva e non più repressiva”, queste le parole di commento del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti riportate da ANSA qualche minuto dopo il termine dell’incontro.

L’approvazione del testo con le novità rappresenta solo il primo passo verso la realizzazione del progetto di revisione del sistema tributario disegnato dal Governo. Seguirà la discussione in Parlamento e poi si avranno 24 mesi per approvare i decreti legislativi di modifica.

Nello specifico diverse novità riguarderanno le imposte, prima fra tutte l’IRPEF, le cui aliquote verranno rimodulate riducendo anche gli scaglioni di reddito da 4 a 3 con una parallela riorganizzazione delle tax expenditures.

L’IRAP sarà superata e l’IRES passerà a una doppia aliquota, prevista anche una razionalizzazione dell’IVA.

Dovrebbe essere introdotta la flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, che va ad aggiungersi a quelle già presenti per i lavoratori autonomi.

Oltre alle modifiche di imposte e tributi locali, gli interventi riguarderanno anche i procedimenti dichiarativi, l’attività di accertamento e le sanzioni.

Gli interventi

Stando alle bozze in circolazione e alle anticipazioni, il testo portato in Consiglio dei Ministri è suddiviso in quattro parti. La prima è quella dei principi generali, più volte paragonate dal Viceministro all’Economia Maurizio Leo alle preleggi del Codice civile.

L’obiettivo da raggiungere è quello della “semplicità del sistema tributario”, come spiegato dallo stesso Viceministro nell’intervento presso la Sala della Regina della Camera dei Deputati in occasione della presentazione dei risultati raggiunti dall’Agenzia delle Entrate.

La seconda parte del testo affronta le imposte, in merito Leo ha sottolineato:

Vedrete che ripercorriamo tutti i tributi a partire dalle imposte sui redditi a seguire sull’IVA, sull’IRAP che gradualmente deve essere eliminata ma senza trascurare i tributi minori che in molti casi devono essere accorpati e semplificati, soffermandoci anche sui tributi locali e i tributi regionali, sul mondo delle Dogane, sul mondo dei giochi.”

La parte più significativa della riforma, a parere del Viceministro, è quella legata ai procedimenti.

La terza parte prevede, infatti, interventi sui procedimenti dichiarativi, così come su quelli di accertamento e riscossione o del contenzioso; verranno, inoltre, riscritte le regole relative alle sanzioni amministrative e penali.

L’ultima parte del testo consiste in una vera e propria razionalizzazione e codificazione, per arrivare a Testi Unici che accorpino la normativa esistente.

Particolare importanza verrà attribuita allo Statuto del Contribuente, che dovrebbe diventare una legge generale, portando un peso maggiore ad esempio nell’ambito del legittimo affidamento dei contribuenti.

Sarà quindi, di una riforma fiscale che punta a cambiare profondamente il sistema tributario italiano.

Escluse dalla revisione dovrebbero restare le detrazioni relative alle spese sanitarie, quelle per l’istruzione e per gli interessi passivi sui mutui per la prima casa, anche i diversi bonus casa dovrebbero essere salvi.

Le novità su IRES, IVA e IRAP

Si va, poi, verso una IRES a due aliquote: a quella ordinaria del 24 per cento si affiancherebbe una ridotta per le imprese che realizzano interventi in investimenti in beni strumentali innovativi o qualificati e in nuova occupazione.

L’agevolazione dovrà applicarsi alla specifica quota di reddito destinata a occupazione e investimenti nei due anni successivi.

È in questa novità che assumerebbe forma concreta un leit motiv tanto caro al Governo: chi più assume ed investe meno paga.

Anche in questo caso, il progetto di revisione prevede anche una razionalizzazione dei bonus per le imprese attualmente in vigore.

Interventi sono previsti anche sull’IVA, la cui disciplina dovrebbe essere modificata sulla base di tre pilastri:

  • Razionalizzazione delle aliquote;
  • Interventi sulle regole per il gruppo IVA;
  • Semplificazione e revisione delle regole relative a rimborsi e detrazioni.

Tali modifiche erano già state anticipate dal Viceministro all’Economia, Maurizio Leo, intervenuto nell’evento dello scorso 24 febbraio organizzato dai commercialisti in occasione dei 50 anni dell’IVA.

Per quanto riguarda l’IRAP, invece, si procede verso un’abolizione attraverso l’introduzione di una sovraimposta con base imponibile corrispondente a quella IRES per società di persone, studi associati e società tra professionisti.

Interventi specifici sono previsti anche in tema di tributi locali: anche in questo caso in programma c’è un riordino e una semplificazione.

Novità per il rapporto tra Fisco e contribuenti: cambiano anche accertamento e adempimenti

Ma le novità contenute nella legge delega per la riforma fiscale non si limitano a rivedere il meccanismo alla base del versamento delle imposte, ma pongono anche le basi per mettere in atto quella rivoluzione del rapporto Fisco-contribuenti su cui la stessa premier Giorgia Meloni è tornata più volte.

Il testo prevede una traccia per una riscrittura delle regole alla base del dialogo tra l’Amministrazione finanziaria e i cittadini e le cittadine.

Pugno morbido in caso di inadempimenti formali o di minore gravità, semplificazione degli adempimenti, tregua fiscale ad agosto e a dicembre per mettere in pausa le comunicazioni sono solo alcune delle direzioni da intraprendere.

L’accertamento, invece, cambierà seguendo il binario della tax compliance: il Fisco dovrà fare un passo verso il contribuente e viceversa.

Sarà incoraggiato l’adempimento spontaneo con due strade diverse:

  • Il concordato preventivo biennale per i soggetti di minore dimensione;
  • La cooperative compliance per i soggetti più grandi.

Se le regole di comportamento del Fisco devono cambiare, le novità necessariamente riguarderanno anche il contenzioso e le sanzioni.

I tempi per l’approvazione

Va sottolineato, però, che le novità della riforma fiscale 2023 diventeranno concrete solo al termine di un lungo iter che, attualmente, è solo all’inizio.

L’approvazione del testo in Consiglio dei Ministri è solo un primo passo.

La legge delega, infatti, è lo schema dell’insieme degli interventi e dovrà essere discussa e approvata in Parlamento; per questo ulteriore traguardo potrebbero essere richiesti due o tre mesi, l’obiettivo del Governo, che appare molto ambizioso, è quella di concludere entro maggio 2023.

L’ultimo passaggio per evitare che tutto il processo rimanga sulla carta è quello dell’approvazione dei decreti delegati, che dovrebbe avvenire entro 24 mesi dall’approvazione parlamentare.